Newsletter 20-2017

LA VIA DELLA SETA
un nuovo spazio per il futuro del mondo

O OΔΟΣ ΤΟΥ MΕΤΑΞΙΟΥ(ho Odòs tu Metaxìu)

Oggi, né gli Stati, né le imprese, possono ignorare, nella loro pianificazione a lungo termine, i rapidi e diffusi mutamenti in corso in tutta l’Eurasia, che possono cambiare in modo radicale lo scenario mondiale.

Domenica si apre a Pechino il Forum della Via della seta. Tra gli invitati, una trentina tra capi di Stato e di governo – c’èil Primo Ministro Gentiloni. Sono in calendario incontri politici a livello multilaterale e bilaterale. Il primo ministro italiano il giorno 16 maggio incontrerà il premier Li Keqiang e il presidente Xi Jinping.

Per l’Italia sarà l’occasione di discutere e presentare possibili opzioni sul terreno. Un’area appetibile sarebbe la via dei porti, almeno cinque, lungo l’Adriatico, in grado di rappresentare un’alternativa a quella che passa nei Balcani partendo dal Pireo

L’Eurasia (intesa come un’unica massa continentale caratterizzata da una propria specifica dinamica geopolitica) è stata per millenni al centro dell’ economia, della storia e della cultura del mondo.

La “Via della Seta”, inaugurata ufficialmente dall’ Imperatore cinese Han WuDi (156-87 a.C.), esisteva fin dalla preistoria. Lo storico giapponese Shiratori Kurakichi ha messo in evidenza che i popoli nomadi dell’ Eurasia settentrionale (i “Kiba Minzoku”= “Popoli a Cavallo”) avevano contribuito, alla civiltà eurasiatica, non meno dei più civilizzati “Bun” (cinese, “Wen”), abitanti lungo le coste dei mari meridionali e dell’ Oceano Pacifico-.

La Via Meridionale della Seta (e, in particolare, la sua tratta marittima) è stata resa famosa dalle imprese  di eroi culturali come Gilgamesh, San Tommaso, Bodhidharma, Sindbad, Marco Polo, Zheng He e Matteo Ricci,  che l’hanno avuta come sfondo.

Perfino sotto il dominio coloniale europeo, lo stesso  potere economico dell’ Europa aveva una gran parte del proprio baricentro in Asia, per esempio nelle “concessioni” europee in Cina, con i loro ricchi traffici, nell'”Impero Anglo Indiano”, da cui l’ industria tessile fu forzosamente trasferita in Inghilterra, e, infine, nell’ Impero Russo, con le sue illimitate riserve di materie prime.

Attualmente, la Cina sta ritornando ad essere il centro più importante dell’economia e del potere  nel mondo. A causa del relativo raffreddamento, negli ultimi anni, della crescita del suo mercato interno (almeno se la si confronta con i suoi tassi tradizionali di crescita “a due cifre”), la Cina ha un urgente bisogno di coinvolgere, nel proprio sviluppo, le altre aree del mondo, in modo da incrementare il traffico globale che la vede protagonista. Ciò costituisce una spinta aggiuntiva per lo sviluppo degli altri Paesi asiatici.

E’ in corso, al Museo di Arte Orientale di Torino (MAO), una mostra sulla Via della Seta, con il patrocinio della Presidenza della repubblica, per illustrare agl’Italiani le profonde radici storiche della Via della Seta e il ruolo giocatovi dall’ Italia.

1.La Nuova Via della Seta

Il Presidente cinese Xi Jinping aveva  delineato fin dal  2013 i principi, il sistema, le priorità di cooperazione e i meccanismi dell’ iniziativa “Una Via, Una Rotta” (YiDài-YiLù), una proposta per incrementare l’interconnessione e creare un futuro migliore per tutti. I corridoi di “Una Via, Una Rotta” sono stati progettati  per attraversare, come quelli dell’antica Via della Seta, i continenti asiatico, europeo e africano, collegando, con i loro diversi rami, la fiorente area  economica asiatica con quella sviluppata dell’ Europa.

Il tratto terrestre della “Nuova Via della Seta” partirà da Xi’an, nella Cina Centrale (l’antica Chang’An), universalmente nota per i soldati di terracotta dell’ Imperatore QínShĭHuáng), per poi dirigersi ad Occidente attraverso il XinJiang, vicino al confine con il Kazakhstan. Un ramo correrà attraverso il Kazakhstan e la Russia: la tratta Kazan’-Mosca è già stata approvata. Un altro ramo si dirigerà verso Sud-Ovest, dall’ Asia Centrale all’ Iran Settentrionale, prima di svoltare ad Ovest attraverso l’ Iraq, la Siria e la Turchia. Sfortunatamente, quest’area è ora impraticabile a causa della guerra. A Istanbul, la Nuova Via della Seta attraverserà il Bosforo e si dirigerà a Nord attraverso l’ Europa Orientale  e la Germania. Giunta a Duisburg, essa ripiegherà a Nord, verso Rotterdam, in Olanda. Da Rotterdam, un corridoio dovrebbe dirigersi a Sud, fino a Venezia, dove si dovrebbe incontrare con la Rotta Marittima della Seta, altrettanto ambiziosa.

Quest’ultima, seguendo le rotte dell’ antico ammiraglio Zheng He, partirà dalla Provincia di QuanZhou, toccando il GuangZhou e HaiNan prima di dirigersi agli Stretti di Malacca in direzione di Kolkata, in India, da cui partirà la traversata dell’ Oceano Indiano, con destinazione Mombasa. Dal Kenya, la Via Marittima della Seta si dirigerà verso Nord aggirando il Corno d’Africa e attraversando il Mar Rosso e il Mediterraneo, con una sosta ad Atene prima di incrociare, a Venezia, la Via della Seta terrestre.

Lo sviluppo della Via della Seta Settentrionale (6.000 chilometri) ha come necessario presupposto la disponibilità di una nuova generazione di treni ad alta velocità, capaci di abbreviare notevolmente i tempi di percorrenza su queste tratte, lunghe migliaia di chilometri. La Cina, un tempo importatrice netta di tecnologie ferroviarie, ha cominciato a sviluppare  i propri treni ad alta velocità e a venderli all’ estero. Già oggi, possiede la più vasta rete ferroviaria ad alta velocità del mondo intero.

I Cinesi, pur avendo considerato da sempre il loro Paese come il centro del mondo, avevano attribuito all’ Europa, fino dai tempi più antichi, la più grande importanza. Tipico, sotto questo punto di vista, l’utilizzo dell’ espressione “DaQin” (grande Cina) per indicare, a seconda dei periodi, Roma, l’ Impero Romano, il Cristianesimo e i “Romaioi” del Medio Oriente.  Secondo gli Annali degli Han Anteriori, c’erano solo due aree del mondo con una civiltà paragonabile a quella Cina: “DaQin” e l’ India. Quest’idea sarà condivisa più tardi da molti Europei, fra cui Marco Polo, Matteo Ricci, Leibnitz e Voltaire, i quali sostennero la necessità dell’unificazione dell’ Europa sotto la guida di un imperatore illuminato, sul modello cinese. Ancor oggi, gl’interessi obiettivi della Cina e del resto dell’Eurasia stanno convergendo: tutte queste antiche civiltà si battono per arginare l’ondata incombente della globalizzazione e della dittatura digitale.

EuropaCity, l’avveniristica città dell’intrattenimento e la cultura in via di costruzione presso Parigi da parte del cinese Wanda Group

3.I vantaggi per l’ Europa

Un incremento nell’ interscambio si rende particolarmente necessario in questo momento i cui l’Europa e la Russia sono colpite da una crisi economica di lunga durata, anche a causa della guerra economica seguita alla crisi ucraina, e l’economia cinese rallenta a causa della crisi mondiale e dell’ impossibilità, da parte del mercato interno cinese, di assorbire in toto l’enorme surplus commerciale del Paese.

E’ chiaro che l’altissima velocità (circa 350 kmh) dei nuovi treni impiegati nel progetto “Una Rotta, Una Via”, incoraggerà  non soltanto i viaggi a lunga distanza, ma anche quelli con percorrenza media. Per esempio, quelli fra Europa e Russia non meno di quelli fra Europa e Cina. In effetti, la prima tratta già approvata è la Mosca-Kazan’.

L’Europa potrebbe trarre vantaggio sotto molti punti di vista dalla sua maggiore raggiungibilità da tutte le parti dell’ Eurasia. L’esperienza degli ultimi anni indica che l’Europa del dopo-crisi attira importanti investimenti cinesi, russi, indiani e arabi (come nei casi della Jaguar, della Volvo, della Pirelli, dell’ Alitalia, della PSA, del Porto del Pireo, e, ultimamente, anche di Autostrade Italiane  e della Deutsche Bank), e il turismo russo e cinese sta ora decollando. Attualmente, ogni anno 130 milioni di turisti escono dalla Cina. Di questi, solo 3,5  vengono in Europa (la metà in Italia).

Nonostante l’avvenuto superamento, nel mondo intero, di un eurocentrismo di corte vedute, l’ Europa continua ad attirare persone di tutto il mondo per una serie di sue caratteristiche: la tradizione europea di preservare anche fisicamente il patrimonio culturale antico (Atene, Roma, Pompei, Granada, Firenze, Venezia); la concentrazione di una storia millenaria entro uno spazio molto ristretto; le differenze fra le diverse componenti di tale spazio; le origini europee degli abitanti di molti Paesi extraeuropei, come pure l’influenza della cultura europea in altri Paesi nel XIX° e XX° Secolo ; la  raffinatezza della cultura europea dei consumi, che rende la cultura, i prodotti e le destinazioni europei particolarmente apprezzati da parte dei consumatori affluenti, ch’essi provengano dall’ America o dall’ Eurasia.

I vantaggi sono numerosi:

-il progetto aiuta le nostre economie a riprendersi dall’interminabile crisi, grazie all’esistenza, in Eurasia, di un crescente numero di consumatori desiderosi delle nostre produzioni di alta gamma;

– gl’ investimenti esteri in questi settori favoriranno, da un lato, gl’investimenti, e, dall’ altro, l’export;

-si dovrebbe produrre un più ampio “effetto aura”, stimolando gl’investimenti nell’ immobiliare, una crescente attenzione per le istituzioni culturali (già ora gran parte degli studenti in Europa sono Cinesi), e una maggiore fiducia nelle nostre economie da parte dei mercati finanziari internazionali.

Per poter sfruttare al meglio questo cambio di paradigma, gli Europei devono preparare se stessi, i loro Stati e le loro società.

L’Unione Europea deve sviluppare un’azione urgente per la diffusione delle culture eurasiatiche, per la promozione digitale dell’ Europa nel mondo, per lo studio del Cinese, del Russo e dell’ Arabo a tutti i livelli. Alpina e Diàlexis hanno perseguito questi obiettivi da molto tempo, sotto il marchio Evrazija-Avrasya..

Dal punto di vista cinese. sono stati menzionati i vantaggi per l’export, il miglioramento dell’ immagine dal punto di vista politico, e il contrasto a quel tipo d’isolamento al quale mirava il Trattato TTIP. Si noti, tra l’altro, che, dopo l’affossamento concorde del TTIP da parte di Europei e Americani, il Trattato sulla protezione degl’investimenti      fra Cina e UE sta proseguendo indisturbato il suo iter, divenendo l’unico vero tramite per l’internazionalizzazione dell’ economia europea. Da non chiamarsi più “globalizzazione”, che è un termine americano, ma piuttosto “multipolarismo e multiculturalismo”.

I principali vantaggi sarebbero infatti quelli culturali e politici.

Paradossalmente, mentre  la Cina era ben nota in Europa nel Secolo XVIII° attraverso i Gesuiti, le corti e l’ Illuminismo, negli ultimi due secoli abbiamo assistito ad un crescendo del “China-bashing”, con la Cina descritta come dispotica, arretrata, povera, violenta, fanatica, provinciale. Ora, la Cina ha l’opportunità di dimostrare al mondo il suo vero volto: l’antico e l’ipermodernità; una delle civiltà più antiche che è, al contempo, anche la più avanzata.

4. La ricerca di nuovi spazi di libertà

La Nuova Via della Seta è un progetto poliedrico, che investe ogni aspetto della vita umana: cultura, geopolitica, tecnologia, economia. Esso costituisce un nuovo concetto ordinatore dello spazio mondiale, concentrato, anziché sul Nuovo Mondo, sul Vecchio -l’Eurasia-. Già solo per questo esso costituisce una modifica fondamentale degli equilibri mondiali, sicché, al “New World Order”, alcuni oppongono il “Silk Road World Order”, che reca inevitabilmente il segno delle sue antiche civiltà: quelle delle steppe, del Medio Oriente, dell’ india e della Cina, ma anche e soprattutto quella europrea, che con quelle altre è sempre stata strettamente integrata.

Di questo nuovo ordine mondiale il fulcro sarà costituito dalla Cina, mentre gli Stati Uniti sono l’unico grande Paese ad essersene autoesclusi (almeno per ora). Questo spiega anche l’insistenza di Donald Trump sul protezionismo. Il Presidente americano sta “vendendo” ai suoi elettori come una libera e aggressiva scelta ciò che è, nella migliore delle ipotesi, la scelta obbligata del minor male, se non il riconoscimento che i trattati con la Cina sono più appetibili, per il resto del mondo, del TTIP e del parallelo TTP dell’Asia Pacifico..

Per ciò che riguarda l’ Europa, l’inserimento nella Via della Seta, sostanzialmente già in corso dopo le continue acquisizioni societarie da parte dei Cinesi, comporta in ogni caso uno scostamento dalla tradizionale subordinazione verso gli Stati Uniti, aprendo un canale economico, politico, ma anche culturale, alternativo.

Occorre tenere presente che la crisi economica, culturale e morale, dell’ Occidente e, in particolare, dell’ Europa, ha messo in luce le enormi aporie della sua cultura, i cui presupposti, lungi dall’ aprire una fase di benessere e di libertà, stanno portando alla sostituzione dell’uomo con la macchina nelle funzioni più “nobili”, come quelle della riproduzione, delle decisioni politiche, della comunicazione, ecc.., e al controllo totale della libera determinazione uman attraverso l’Intelligenza Artificiale, i Big Data e lo spionaggio digitale. I rapporti con l’ Asia sono essenziali non perché gli orientali siano meno succubi di noi dell’avanzata del mondo delle macchine, ma perché almeno parte delle loro culture, come per esempio l’induismo e lo Zen, si sono già poste il problema filosofico dell’ interfaccia uomo-macchina, e alcuni suoi filoni di pensiero potrebbero essere di aiuto per risolverlo.

Aun livello più basso, il fatto che, in un modo o nell’ altro, la politica dell’ Europa venga influenzata, oltre che dall’ America, anche dalla Cina, apre la strada a un quadro concettuale poliedrico, in cui, alle retoriche dell’ Occidente, possano affiancarsi anche concetti diversi,  come quelli di armonia, di eccellenza, di difesa dell’ umano e delle sue radici – non necessariamente di origine cinese, ma che gli Europei potranno recepire sempre più liberamente da tutto il mondo: dall’ India, dalla Cina, dalla Russia, dal Medio Oriente…-.

Samarcanda, cuore e simbolo della Via della Seta

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